Sentiment FX del 21.08.2025
- Salvatore Bilotta
- 21 ago
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 22 ago
Introduzione Generale
La giornata odierna si apre in un clima di cauto attendismo sui mercati globali, con gli investitori che restano focalizzati sui dati macro in uscita nel corso della settimana e sulle comunicazioni delle banche centrali. In particolare, l’attenzione resta alta in vista del simposio di Jackson Hole, ormai alle porte, dove Powell potrebbe fornire nuovi spunti sulla politica monetaria USA dopo gli ultimi dati sull’inflazione che hanno mostrato un rallentamento meno marcato del previsto. Sul fronte europeo, restano vive le preoccupazioni legate alla crescita, con una BCE sempre più in bilico tra il mantenimento del “higher for longer” e l’apertura a un primo allentamento nei prossimi mesi.
Nel frattempo, le borse restano tendenzialmente piatte, mentre il comparto obbligazionario vede un lieve ritracciamento dei rendimenti dopo il rally delle ultime sedute. Le materie prime si muovono senza direzionalità marcata, mentre il dollaro USA mostra una certa stabilità dopo il rafforzamento delle scorse settimane.
Forex Sentiment – Dinamiche Attuali del Mercato FX
Sul mercato valutario, il sentiment delle ultime ore continua a essere dominato dalla logica contrarian, con il posizionamento retail che offre spunti operativi interessanti su diversi cambi principali. L’USD si mantiene solido ma senza nuovi breakout, mentre gli operatori sembrano muoversi in maniera più selettiva su valute come l’AUD, il NZD e lo JPY, in scia alle recenti variazioni di rischio e alle aspettative sui tassi locali.
I dati forniti dalla piattaforma FXSSI mostrano un forte sbilanciamento di posizioni da parte dei trader retail su alcune major, suggerendo potenziali scenari di caccia alla liquidità verso cluster di stop loss ben visibili sui grafici. In particolare, AUDUSD e NZDUSD vedono percentuali di posizionamento short superiori all’80%, rafforzando l’ipotesi di una prosecuzione del trend ribassista, mentre su coppie come USDJPY e USDCAD si notano segnali di potenziale ripartenza rialzista, coerenti con il sentiment retail ancora prevalentemente short.
Le dinamiche attuali evidenziano dunque una fase di mercato in cui il posizionamento degli operatori può diventare leva strategica per movimenti direzionali, specialmente laddove si combinano aree tecniche di interesse, volumi importanti e concentrazioni evidenti di ordini in stop loss.
Passiamo in rassegna i principali tassi di cambio:
EURUSD

Sul time frame orario di EURUSD la situazione si sta facendo interessante. Il mercato, dopo un’estensione ribassista piuttosto evidente, ha reagito con decisione dai minimi in area 1.1620, un livello che coincideva con un’area di forte concentrazione volumetrica e con la presenza di uno dei principali cluster di stop loss inferiori, già colpito. Da questo punto, si è attivato un movimento di recupero che sta riportando il prezzo all’interno della parte medio-alta della distribuzione volumetrica, con l’area tra 1.1655 e 1.1680 che si conferma essere uno snodo chiave.
Dal punto di vista del sentiment, il dato FXSSI mostra una netta prevalenza di posizioni short da parte del retail: il 63.05% degli operatori è posizionato al ribasso, contro un 36.95% che mantiene posizioni long. Questo squilibrio suggerisce una chiara indicazione contrarian in favore del long, supportata anche dal pallino verde di segnale presente sul pannello. Come da metodologia, quando la massa è scoperta al ribasso, il mercato tende a spingersi nella direzione opposta per colpire la liquidità disponibile.
La struttura tecnica appare quindi coerente con uno scenario di possibile prosecuzione rialzista. Il prezzo si sta muovendo verso una zona superiore ancora inesplorata, attorno a 1.1718, dove si concentra un altro cluster rilevante di stop loss, al momento distante circa il 4.12% dal punto attuale. Questa zona rappresenta un obiettivo potenziale molto concreto, soprattutto considerando che nella stessa fascia è rimasta aperta una fair value gap non ancora completamente riempita.
Il contesto complessivo quindi lascia spazio all’ipotesi che il movimento di risalita in atto non sia solo un rimbalzo tecnico, ma un tentativo strutturato di spinta al rialzo motivato sia da dinamiche di sentiment sia da logiche di caccia agli stop. Solo un ritorno deciso sotto i minimi recenti di area 1.1615, confermato anche dal volume, metterebbe in discussione lo scenario long. Per ora, lo scenario dominante resta di recupero, con l’area 1.1715–1.1720 come principale target operativo.
GBPUSD

Sul grafico H1 di GBPUSD la struttura tecnica resta marcatamente ribassista, con i prezzi che da giorni si muovono al di sotto della media a 100 periodi, seguendo una serie di massimi e minimi decrescenti. Dopo aver toccato un’area di minimo a 1.3435, il prezzo ha mostrato una leggera reazione, spingendosi verso l’alto, ma senza rompere strutturalmente la dinamica di fondo. Il trend discendente resta quindi dominante, supportato anche dalla continua formazione di fair value gap ribassisti, e da una serie di cluster di stop loss posizionati nella zona superiore.
La distribuzione degli ordini in stop mostra infatti una forte concentrazione di liquidità residua sopra i massimi recenti, in area 1.3535, con un cluster ben visibile che dista circa il 4.87% dal prezzo attuale. Questo livello diventa un punto di attrazione potenziale per il mercato, ma solo in caso di una rottura convincente delle resistenze attuali.
Dal punto di vista del sentiment, i dati FXSSI indicano una situazione di sostanziale equilibrio: la percentuale di trader retail posizionati long è al 47.45%, contro un 52.55% che mantiene posizioni short. Questo dato, seppur leggermente sbilanciato a favore degli short, non genera ancora un segnale operativo chiaro in ottica contrarian. Infatti, il pannello non fornisce alcuna indicazione direzionale netta (nessun pallino rosso o verde), e l’equilibrio tra le due fazioni suggerisce che il mercato potrebbe restare in una fase interlocutoria.
Nel breve termine, l’area tra 1.3485 e 1.3515 si presenta come una resistenza chiave, dove è presente una fair value gap ribassista non ancora completamente riassorbita e un primo affollamento di ordini di stop. Una rottura al rialzo di questa fascia potrebbe attivare un’accelerazione verso i massimi precedenti e verso i cluster più ampi. Al contrario, una nuova pressione ribassista con ritorno sotto 1.3430 riaprirebbe spazi di discesa verso i minimi di agosto.
Al momento, in assenza di un chiaro segnale contrarian, è prudente mantenere un atteggiamento attendista su GBPUSD, con attenzione rivolta all’evoluzione del sentiment e alla reazione dei prezzi sulla zona di confluenza tra media mobile e fair value gap ribassista.
AUDUSD

Su AUDUSD (grafico H1) la tendenza resta saldamente ribassista, con una sequenza di massimi e minimi decrescenti ben visibile a partire dalla metà di agosto. La pressione short si è intensificata in corrispondenza di ogni ritorno verso la media mobile a 100 periodi, che continua ad agire da resistenza dinamica. Anche la recente congestione laterale si è risolta al ribasso, con il prezzo che si è portato in prossimità dei minimi locali, senza però mostrare per ora segni convincenti di inversione.
I cluster di ordini in stop loss indicano una netta prevalenza di liquidità posizionata nella parte superiore del grafico. In particolare, notiamo una zona d’interesse intorno a 0.6480 e 0.6520, coincidente con alcune fair value gap ribassiste rimaste aperte. L'eventuale rimbalzo del prezzo potrebbe trovare lì un target tecnico naturale, ma al momento il flusso dominante resta orientato verso sud.
Il sentiment retail è fortemente sbilanciato: secondo i dati FXSSI, il 75.14% dei trader retail è attualmente long, mentre solo il 24.86% è short. Questo posizionamento eccessivamente ottimista da parte dei trader al dettaglio genera un chiaro segnale contrarian ribassista, confermato anche dal pallino rosso nel pannello a sinistra del grafico. Il mercato, dunque, potrebbe continuare a cercare liquidità al ribasso, andando a colpire le aree dove si sono posizionati gli stop loss dei trader long.
In conclusione, il quadro su AUDUSD rimane impostato a favore dei venditori, sia per struttura tecnica sia per composizione del sentiment. L'eventuale risalita verso le resistenze sopracitate potrebbe essere interpretata come un’opportunità per riprendere il movimento ribassista, salvo rotture strutturali delle medie e dei livelli di volume in area 0.65. Fino ad allora, il rischio resta orientato verso ulteriori discese.
NZDUSD

Il quadro tecnico dell’NZDUSD su timeframe H1 è nettamente impostato al ribasso. Dopo una lunga fase laterale tra il 5 e il 15 agosto, il prezzo ha rotto con decisione al ribasso e ha accelerato la discesa, consolidando poi in un range stretto nei pressi dei minimi recenti, poco sopra 0.5800. La struttura di mercato è ben definita da massimi e minimi decrescenti, con la media mobile a 100 periodi che accompagna costantemente il movimento e funge da barriera dinamica alla salita.
A rafforzare il contesto ribassista, intervengono i dati di posizionamento retail: l’82.42% dei trader al dettaglio risulta attualmente posizionato long, mentre solo il 17.58% è short. Si tratta di un eccesso evidente, che genera un segnale contrarian ribassista, confermato dal pallino rosso visibile nella dashboard FXSSI. In sintesi, il grosso del retail “tifa” rimbalzo, ma il mercato non sembra dare segnali di voler accontentare questa speranza.
Dal punto di vista della liquidità, i cluster di stop loss sono ben visibili nella parte inferiore del grafico, in particolare in prossimità dei recenti minimi. Ciò suggerisce che il mercato potrebbe avere ancora interesse a “pulire” ulteriormente quella zona, sfruttando la congestione attuale come base per una nuova spinta ribassista. Al contrario, eventuali tentativi di rimbalzo troverebbero rapidamente ostacoli in zona 0.5860–0.5880, dove si concentrano diverse FVG ribassiste e la zona ad alto volume.
In conclusione, la view resta negativa: la pressione retail è eccessivamente long, la struttura tecnica è debole e i cluster di liquidità puntano ancora verso il basso. Un ritorno sotto 0.5800 potrebbe aprire la strada a nuovi minimi, mentre soltanto un recupero deciso sopra area 0.5880 potrebbe mettere in discussione la dominanza short.
USDCHF

Il grafico orario dell’USDCHF ci restituisce una fotografia di incertezza, in un contesto che si sta lentamente trasformando da neutrale a ribassista. Il prezzo si muove in un’ampia fase laterale da più giorni, caratterizzata da massimi e minimi progressivamente più bassi, ma senza accelerazioni decise. Le medie mobili restano intrecciate, ma tendono a curvarsi verso il basso, suggerendo una possibile transizione a un trend discendente più strutturato.
Il sentiment retail è fortemente sbilanciato: l’81.00% dei trader al dettaglio è posizionato long, lasciando solo il 19.00% short. Questo dato è molto rilevante, perché indica un’eccessiva esposizione in acquisto da parte dei piccoli operatori. Il segnale contrarian, evidenziato dal pallino rosso nella dashboard FXSSI, invita a considerare un posizionamento ribassista, in direzione opposta rispetto alla maggioranza.
Dal punto di vista della liquidità, si notano due cluster di stop loss piuttosto evidenti: uno a ridosso dei massimi di breve in area 0.8080–0.8090, e uno più profondo intorno a 0.8015. Il primo è stato appena sfiorato dal mercato, che ha subito reagito al ribasso. Il secondo resta un potenziale obiettivo interessante nel caso in cui il prezzo rompesse con decisione i minimi della congestione attuale. La presenza di fair value gap ribassisti rafforza l’idea che i tentativi di salita siano ancora venduti con costanza.
In definitiva, sebbene non ci sia ancora una conferma di breakout direzionale, il contesto tecnico e il sentiment suggeriscono che il mercato stia preparando un’estensione ribassista. Una rottura netta sotto area 0.8040 potrebbe innescare un’accelerazione verso i livelli di stop in zona 0.8015 e oltre. Al contrario, un ritorno sopra 0.8090 invaliderebbe lo scenario, rimettendo tutto in discussione. Ma per ora, la direzione suggerita resta short.
USDCAD

Il grafico H1 dell’USDCAD mostra un’impostazione decisamente rialzista, con minimi e massimi crescenti ben strutturati, supportati da medie mobili in allineamento positivo. Dopo la rottura dell’area di congestione tra 1.3790 e 1.3840, il prezzo ha accelerato al rialzo, andando a consolidare appena sotto i massimi relativi. La zona di volume più denso, in area 1.3880–1.3900, rappresenta al momento un’area di equilibrio, ma anche un potenziale punto di distribuzione.
Dal punto di vista del sentiment retail, il dato è molto netto: solo il 34.14% dei trader è posizionato long, mentre il 65.86% è short. Questo forte sbilanciamento conferma l’effetto “contrarian” classico del mercato: il trend rialzista si alimenta della liquidazione continua delle posizioni short retail. Il pallino verde accanto alla media dei broker indica una chiara preferenza per la prosecuzione del movimento long.
Interessanti anche i cluster di stop loss ben distribuiti in basso, tra 1.3840 e 1.3775: sono zone cariche di liquidità che il mercato potrebbe eventualmente ritestare, ma solo in caso di correzione profonda. Per ora, però, il focus resta puntato sulla zona alta, dove il prezzo continua a costruire pressione a ridosso dei massimi recenti. Un breakout sopra 1.3900 potrebbe aprire spazio per un’ulteriore estensione rialzista, mentre un ritorno sotto 1.3840 invaliderebbe lo scenario bullish.
In sintesi, la struttura tecnica solida e il sentiment retail sbilanciato verso lo short suggeriscono di mantenere una view rialzista, con possibilità di nuove accelerazioni al superamento della zona di resistenza.
USDJPY

Sul grafico H1 di USDJPY notiamo una fase di congestione che si sviluppa da diversi giorni, con un movimento altalenante attorno all’area di equilibrio evidenziata dal cluster volumetrico tra 147.20 e 147.80. La price action mostra una tendenza incerta, con tentativi di breakout ribassisti che sono stati riassorbiti rapidamente, seguiti da rimbalzi che si sono però infranti contro una fascia di offerta ben evidenziata in rosso.
L’ultima reazione al rialzo ha trovato supporto nella zona inferiore della congestione, dove si collocano anche alcune Fair Value Gaps non ancora completamente chiuse, e si è poi spinta nuovamente verso l’alto, incontrando resistenza proprio in corrispondenza del blocco di ordini short localizzato tra 147.60 e 147.85. Nonostante la pressione rialzista più recente, il prezzo fatica a rompere con decisione questa fascia.
Passando al sentiment retail, il posizionamento è in leggera prevalenza short, con una media aggregata che vede il 53.2% dei trader posizionati al ribasso e il 46.8% al rialzo. Sebbene il sentiment non sia estremo, la logica contrarian ci suggerisce una leggera preferenza per operazioni long. Questo è confermato dalla presenza del pallino verde accanto alla media aggregata dei broker, che indica una potenziale direzionalità opposta alla massa, e quindi a favore di una continuazione del rimbalzo.
In ottica operativa, finché il prezzo resterà sopra la soglia dei 147.00–147.20, il quadro tecnico potrà mantenersi costruttivo. Un superamento della zona rossa di resistenza potrebbe innescare nuovi spunti direzionali a favore del dollaro, mentre un ritorno sotto 147.00 riaprirebbe spazi per approfondimenti ribassisti fino a 146.50 e oltre.
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Salvatore Bilotta



