Crédit Agricole CIB – Flussi di diversificazione fuori dagli USA e dal dollaro: mito o realtà?
- Salvatore Bilotta
- 15 set
- Tempo di lettura: 10 min
Articolo a cura di Salvatore Bilotta – sintesi e commento al report Crédit Agricole CIB (11 settembre 2025) a firma di Valentin Marinov e Valentin Giust.
Premessa: il contesto economico
Il 2025 si è rivelato, finora, un anno ricco di forti oscillazioni sui mercati valutari, con il dollaro statunitense al centro dell’attenzione. Durante i mesi primaverili, infatti, il biglietto verde ha perso terreno in modo evidente, nonostante i rendimenti dei Treasury americani fossero in rialzo. Una dinamica insolita, che ha portato molti analisti e osservatori a chiedersi se non fosse in atto un vero e proprio processo di “de-dollarizzazione”, ovvero una riduzione strutturale del ruolo dominante del dollaro nel sistema finanziario globale.
A rafforzare queste paure ha contribuito anche l’andamento dell’oro, che ha toccato nuovi massimi storici. Storicamente, infatti, l’oro tende a brillare quando gli investitori perdono fiducia nella stabilità delle valute fiat, e in particolare del dollaro. Vedere entrambi i fenomeni – dollaro debole e oro forte – verificarsi contemporaneamente ha alimentato il timore che fosse in corso un indebolimento strutturale del biglietto verde.
Eppure, a guardare con maggiore attenzione i dati, il quadro cambia radicalmente. Gli ultimi report e le statistiche sui flussi internazionali mostrano che non c’è stata alcuna vera fuga dai mercati americani. Al contrario, i flussi verso gli asset statunitensi – azioni, obbligazioni e soprattutto Treasury – restano solidi e robusti. In altre parole, sebbene la narrativa della “de-dollarizzazione” abbia avuto grande eco mediatica, la realtà dei numeri suggerisce che il dollaro continua ad essere al centro del sistema finanziario e che non si osservano segnali concreti di una diversificazione strutturale fuori dagli Stati Uniti.
📊 Grafico chiave: Fig. 1 – “Sell America trade” e USD frown (pag. 2)

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